giovedì 30 giugno 2011

Polemica su recensione Amore e non amore

(Al fine di evitare non solo polemiche ma querele e problemi, riferiamo innanzitutto - e non alla fine come sarebbe più logico – che tutto ciò che viene scritto in questo post è frutto della fantasia malata dell'autore, e le persone citate mai hanno dichiarato assurdità simili. Almeno, non in relazione al mio racconto. Ah, no, la recensione comunque è vera, anche se meravigliosamente ironica.)


Riceviamo e pubblichiamo una velenosa recensione che in questo periodo sta girando sul web, e che ha scatenato giustamente una levata di scudi tra i difensori dell'autore. Vanno però segnalate le voci che
hanno approfittato di questo polverone mediatico per confermare le loro posizioni. Giovanardi, infatti, dichiara che "Come risulta evidente, da questa recensione è evidente che l'amore omosessuale risulta artificioso e innaturale", mentre Buttiglione rincara "La sponda narcisistica che Giusta racchiude evidenzia l'incapacità degli omosessuali di raggiungere la profondità dell'amore naturale tra donna e uomo che si compie nella procreazione così come è stato stabilito nel disegno di Dio". Arriva anche un commento del sindaco di Treviso, che afferma "Alla fine è chiaro che questi culattoni manco sanno scrivere". Non schierate le associazioni LGBT, in quanto non riescono a prendere posizione a causa del personaggio introdotto nella novella, che è centralinista - e quindi precario - e gay. C'è divisione, riferiscono i rumors che arrivano dalla plenaria del movimento, relativamente a quale deve essere considerata l'identità principale,
se quella del precario o quella omosessuale.
Ecco qui riportata la pietra dello scandalo:

Diario dell’Eros di Marco Alessandro Giusta
Recensione di Davide Crestanello

Le paginette diaristiche che Giusta raccoglie per mettere insieme questo raccontino selezionato per l’antologia Amore e non Amore non si potrebbero definire meglio che con una sola parola: troppo. Sono troppo poche per definirsi davvero un racconto diaristico che tenga incollato il lettore alla vita interessante del protagonista raccontata in prima persona, e sono troppo numerose perché l’effetto non sia l’inutile dispersione del contenuto in una brodaglia allungata. Sono troppo ricercate e sono troppo basse nello stesso momento, donando all’intero racconto una inverosimilità non adatta ad un diario, come esso si presenta. Non si può certo negare il talento magistrale di Giusta nell’abbandonarsi alla liricità commovente ad alcuni tratti, anche se paiono davvero troppo ricercati ed eruditi: non credo di aver mai aggiornato il mio personale diario di citazioni colte, e non credo molti lo facciano. Come diceva Callimaco “Del fiume assiro grande è la corrente, ma molte sono le impurità e molto fango trascina nell'acqua”: ovvero inutile inutile inutile ridondanza. E quando la capacità artistica di Giusta sembra davvero raggiungere la poesia, non è che pennellata di un meraviglioso colore data a casaccio, i punti lasciati in bianco senza tinta infastidiscono l’occhio di chi guarda uno scarabocchio promettente ma che troppo ingenuamente già si crede un capolavoro. I momenti di bassezza narrativa sicuramente aggiunti per dare veridicità alla storia nonché forte realismo diaristico intontiscono il lettore, e la troppa brevitas del raccontino, non lascia spazio all’afferrare se sia un brutta storia scritta bene o se siano paginette strappate  così come erano dal diario di centralinista gay con troppe pretese artistiche. Il contenuto si poteva adattare bene all’Antologia, e forse per questo è stato scelto, perché seppur si tratti di un amore, altri non è che l’assenza di esso, e il protagonista non fa che crogiolarsi in questa assenza infinita, nel continuo lamento sofferente di un, ripetiamolo, centralinista gay. Qualcuno spari a chi disse che basta cogliere il patimento del mondo per essere un artista, qualcuno accoltelli chi ritiene che basta mettere insieme qualche bella parola una dietro l’altra come i più talentuosi logografi e sofisti per essere un genio letterario, qualcuno impicchi chi sostiene che artista si diventi e non si nasca. Era davvero questa una storia degna di essere raccontata? Quando il naturalismo arriva in Giappone alla fine dell’800, la mala interpretazione dei testi stranieri fa credere ai poveri giappini che basti scrivere la realtà così com’è, la verità soggettiva della vita degli autori, di quello che succedeva loro, per creare un opera naturalista. Era questo il Watakushi Shōsetsu, e Mario Praz ne disse a riguardo: “Si faceva a gara a chi metteva i panni più sporchi in pubblico”. Non si può certo fare un paragone con Proust, Joyce, Mishima, che amplificano la vita del mondo e della generazione, arrivando ad universalizzare le emozioni. Insomma, Giusta non fa altro che sbandierare un amore non corrisposto, chiamandolo Non Amore per universalizzarlo, ma non è altro che un’ennesima copia di quella letteratura gay che non riuscirà mai a diventare un classico perché riconferma uno stereotipo davvero troppo esagerato del mondo omosessuale. La letteratura gay sembra dividersi tra le strazianti tragedie del povero ragazzo gay non corrisposto e tra gli amore gai e letizi tra due tacchini scolpiti nel marmo belli come il sole che esistono più per troppa invidiosa fantasia dello scrittore che per realismo e attinenza alla credibilità. L’amore di Giusta per Eros potrebbe essere paragonato mai ai sentimenti di Elizabeth Bennet, o a quelli di Edoardo, Carlotta, Ottilia e il Capitano? È forse Eros una Micòl Finzi-Contini moderna e omosessuale? Lasciamo riprendere le opere classiche per modernizzarle a chi è in grado di creare opere letterarie e/o cinematografiche come Il diario di Bridget Jones o Closer. Lasciamo comporre arte a chi davvero è un artista, e lasciamo che il resto del mondo compia il proprio compitino sociale, senza il bisogno di evadere dalla realtà del nulla della vita borghese di oggi fotografando bicchieri di birra in bianco e nero o spruzzando acquerelli da quattro soldi su un lenzuolo. Riconosciamo a Giusta la sua innata capacità dialettica che gli fa creare belle frasi (da rileggere un paio di volte per la troppa ridondanza), dote che di sicuro gli potrebbe aprire una prolifica strada in politica, ma gli consigliamo di continuare a dedicarsi al diario esclusivamente per una catarsi personale, altrimenti le sue pagine di oggi finiranno, come disse qualcuno, per incartare il pesce di domani.

Scoppia la polemica, a stretto giro risponde l'autore ai giornalisti che lo raggiungono durante una conferenza: "C'è qualcuno che sostiene di non aver la capacità d'inserir brani ricercati nei propri diari. A costoro consiglierei di evitar d'esporre panni in pubblico, ché il silenzio è spesso più rumoroso della sbandierata ridondante mediocrità".

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi.

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