lunedì 26 settembre 2011

Tassa sull'idiozia

Non riesco a capire tutto questo tam tam mediatico dell'entrata in vigore del ddl anti intercettazioni.

Sopratutto per la parte riguardante i siti web di informazione, parte questa della norma che sto aspettando con trepida attesa. Lavoro in un call center, a 600 euro al mese, un affitto sulle spalle e tanto tempo libero passato a far crescere il locale comitato Arcigay. Sulla base di questo, e di una necessità urgente di dare una svolta positiva alla vita mia e del mio compagno, sto iniziando a gettare i fondamenti per un guadagno rapido ed efficace, ma per farlo ho necessità che questo ddl venga rapidamente approvato.

Credo che nessuno abbia veramente capito quali novità introdurrebbe, sicuramente coloro che lo propongono meno di tutti. Infatti, così come può essere sicuramente strumento di controllo e bavaglio per quanto riguarda ogni tipo di informazione alternativa, allo stesso modo può essere utilizzato per richiedere rettifica di tutto il resto delle informazioni che fluttuano nel web.

Ho già scritto e predisposto infatti una ventina di mail, dove richiedo ai siti più orientati verso la maggioranza di rettificare ogni attributo al premier in "eminente puttaniere" o "nano infame". Oltre a ciò, richiederò precisazioni su tutti deputati o senatori indagati per mafia, corruzione, falso in bilancio etc per ogni articolo o citazione su di loro. Non oso immaginare quante mail potrei inviare dopo ogni esternazione online di Minzolini, ad esempio. Infine, siti come pontifex o simili, baluardi di un'omofobia cieca e velenosa, saranno subissati di mail e fax circa immediate correzioni di tutte le volte che incolpano due uomini o donne che si baciano di uragani o terremoti dall'altra parte del mondo (la famosa teoria del caos cattolico: io bacio il mio compagno in Italia e dio lancia uno tsunami in Giappone - viene da chiedersi se questo dio sia parecchio miope o se semplicemente abbia una pessima mira).

E qui ovviamente arriva la parte - per me - più gustosa ed economicamente interessante. Non ho alcun dubbio che nessuno di questi siti/testate/blog vorrà fare un passo indietro rispetto alla loro linea editoriale, anzi invocheranno la libertà di stampa, di parola, di pensiero, e tutto il frasario contenuto negli inni di partito dal '94 ad oggi. Ed ogni volta che non correggeranno, che non pubblicheranno smentite o rettifiche di rito, 12.000 euro verranno depennati dal loro bilancio (fossi un fine umorista chiamerei questo ddl la tassa sull'idiozia). In breve sono sicuro che verrei contattato da un'alquanto adirata quanto spennata redazione editoriale che mi chiederebbe, con ruvido garbo, quale cifra potrei accettare per lasciar loro fare il lavoro per cui vengono pagati. E visto che viviamo in uno stato di diritto, liberale, una repubblica fondata sul lavoro, non avrei problemi a fermarmi: giusto dopo aver raggiunto un'adeguata somma per alzare i tacchi ed andarmene da quest'Italia nella quale anche "togliere la libertà è una forma di libertà", come ricordava Paolo Rossi.